Prescrizione tari La prescrizione è un istituto giuridico che sancisce la perdita del diritto di un soggetto di esigere un credito o una prestazione dopo un determinato periodo di tempo.
Nel caso delle imposte, la prescrizione tutela il contribuente dall’essere obbligato a pagare somme per periodi molto remoti, garantendo una certa certezza nei rapporti tra contribuente e amministrazione fiscale. La TARI (Tassa sui Rifiuti) è una delle imposte comunali in Italia, istituita per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ogni comune è responsabile della gestione della TARI, che viene calcolata in base alla superficie degli immobili e alla produzione media di rifiuti delle diverse categorie di utenti.
È una tassa che spesso genera confusione e domande, soprattutto riguardo alla sua prescrizione, ovvero il termine entro il quale l’amministrazione comunale può richiederne il pagamento. La prescrizione della TARI Per la TARI, come per molte altre imposte locali, la normativa prevede un periodo di prescrizione di cinque anni. Questo significa che il comune ha cinque anni di tempo per richiedere il pagamento della tassa a partire dall’anno successivo a quello in cui la TARI doveva essere pagata.
Ad esempio, la TARI dovuta per l’anno 2019 deve essere pagata nel 2020. Pertanto, il comune ha tempo fino alla fine del 2025 per richiedere il pagamento di questa imposta. Se il comune non invia alcuna richiesta di pagamento entro questo termine, il diritto a riscuotere la TARI per quell’anno si prescrive, e il contribuente non è più obbligato a pagare. Interruzione della prescrizione
È importante notare che la prescrizione può essere interrotta. L’interruzione della prescrizione avviene quando il comune compie un atto formale di richiesta del pagamento, come l’invio di un avviso di accertamento o una cartella esattoriale. In tal caso, il termine di prescrizione ricomincia a decorrere da capo dal momento dell’atto interruttivo.
Ad esempio, se per la TARI 2019 il comune invia un avviso di accertamento nel 2024, il termine di prescrizione di cinque anni riparte da zero, e il comune avrà tempo fino al 2029 per esigere il pagamento. Eccezioni e considerazioni particolari Nonostante la regola generale dei cinque anni, possono esistere delle eccezioni legate a specifiche situazioni normative o a particolari regolamenti comunali. Ad esempio, in alcune circostanze, accordi o regolamenti locali potrebbero prevedere modalità diverse di riscossione o termini di prescrizione differenti.
Inoltre, è possibile che la normativa nazionale cambi nel tempo, modificando i termini di prescrizione o le modalità di riscossione della TARI. Pertanto, è sempre consigliabile verificare la normativa vigente al momento del pagamento o della ricezione di una richiesta di pagamento. Difendersi da richieste indebite Se un contribuente riceve una richiesta di pagamento per una TARI ormai prescritta, ha il diritto di contestarla.
Per fare ciò, può presentare una dichiarazione di prescrizione al comune, specificando gli anni per i quali ritiene che la TARI sia prescritta e allegando eventuali prove documentali. Nel caso in cui il comune non accolga la richiesta, il contribuente può rivolgersi alla Commissione Tributaria Provinciale, presentando ricorso contro l’atto impositivo entro 60 giorni dalla notifica. È consigliabile in questi casi avvalersi della consulenza di un esperto in materia fiscale o di un avvocato specializzato in diritto tributario.
La TARI, come molte altre imposte, è soggetta a termini di prescrizione che proteggono i contribuenti dall’essere obbligati a pagare per periodi troppo remoti. Conoscere questi termini è fondamentale per evitare di pagare somme non dovute e per esercitare correttamente i propri diritti in caso di controversie con l’amministrazione comunale.